La bestia è tornata. La Ktm 1390 Super Duke R 2024 è qui ed è più grande e più cattiva che mai. Un motore di maggiore cilindrata significa più cavalli e più coppia. Quest’ultima edizione ribadisce che la nuova Ktm 1390 Super Duke R non è solo una superbike senza carenatura, ma una pura moto naked costruita da zero.
Il progetto Super Duke debuttò nel 2006, anno in cui Ktm presentò una naked molto performante, pensata per l’uso su strada. Nel 2014, la prima evoluzione tecnica a cui seguì nel 2020, la seconda, oggi Ktm ha superato se stessa ha creato la Super Duke più potente della storia; una superbike senza carene, che alla strada preferisce i cordoli del circuito, una bicilindrica esagerata sotto ogni punto di vista, è diventata un’antagonista dell’Aprilia Tuono V4 e della Ducati Streetfighter V4, nude col manubrio alto che si divertono a infastidire le maxi sportive dotate di semimanubri e carene avvolgenti. Ktm propone due versioni della 1390 Super Duke; la R, dotata di sospensioni meccaniche; la R Evo, equipaggiata con sospensioni semi attive; tutte e due le versioni, di serie, offrono il sensore per monitorare la pressione degli pneumatici e il Cruise Control. Per il piacere dei suoi clienti Ktm offre alcuni optional irrinunciabili dagli smanettoni: i Riding Modes Performance e Track (possibilità di selezionare mappature diverse del propulsore), Suspension Pro (variare taratura sospensioni in tempo reale) e Quickshifter+ (consente di salire e scendere di marcia senza la necessità di tirare la leva della frizione). Nel catalogo Power Parts, sono inoltre disponibili numerosi componenti, tra cui vanno citati un impianto di scarico, che Ktm ha sviluppato in collaborazione con Remus e Akrapovic, componenti in carbonio e in alluminio anodizzato, componenti per l’impianto frenante e chi più ne ha, più ne metta. Insomma, è possibile customizzare una moto molto esclusiva. Due i colori disponibili: arancione e nero (con telaio arancione).
Il motore LC8 resta l’attore protagonista. La Super Duke 1390 R non è la naked più potente del mercato, però i suoi numeri impongono rispetto, soprattutto perché stiamo parlando di un bicilindrico, un motore che spinge forte anche ai regimi medio-bassi; un motore che ormai sta lottando contro i quadricilindrici a V di Aprilia e Ducati e i quadricilindrici in linea di Bmw e Kawasaki.Il V2 austriaco ha raggiunto quota 190 Cv a 10.000 giri/min e una coppia di 145 Nm a 8.000 giri/min; merito della cilindrata, portata a 1.350 cc (+49 cc) grazie all’aumento dell’alesaggio (passato da 108 a 110 mm) e di nuovi alberi a camme, che consentono due alzate separate delle valvole a seconda regime di rotazione; un sistema di fasatura variabile della distribuzione inedito e semplice, che ha consentito di contenere l’aumento di peso. Questa Ktm ferma la bilancia a 200 kg a secco; il rapporto peso/potenza, quindi, è molto vicino a 1:1. Tanti cavalli tanto calore da smaltire ma nessun problema, perché Ktm ha adottato un radiatore più grande, che permette al motore di lavorare alla corretta temperatura d’esercizio in qualsiasi condizione di utilizzo, anche il nuovo airbox è stato ridisegnato, è più capiente ed è abbinato a corpi farfallati con diffusori da 60 mm Ø. La capacità del serbatoio della benzina e di 17,5 litri. Il nuovo propulsore delle 1390 Super Duke R e 1390 Super Duke R Evo rispetta l’omologazione Euro 5+
La centralina (con piattaforma inerziale a 6 assi) che gestisce la nuova elettronica si trova nella parte finale del codino, pressofuso in alluminio. Per mettere a punto il sistema, Ktm ha svolto numerose prove in pista insieme a Jeremy McWilliams (pilota del motomondiale anni 2000). Tutte le funzioni si possono tenere sotto controllo tramite il display Tft a colori da 5”, dotato di presa Usb-C per la ricarica del cellulare, che si può connettere alla strumentazione per gestire le chiamate e le playlist musicali. Il pacchetto elettronico di serie include le modalità di guida (Riding Modes) Rain, Street, Sport e il sistema per monitorare la pressione degli pneumatici. I Riding Modes Performance e Track sono optional e aggiungono la possibilità di controllare il freno motore (5 livelli d’intervento), il controllo dell’imbardata (9 livelli d’intervento che si possono modificare anche durante la guida, tramite due tasti sul blocchetto sinistro) e l’anti impennata (5 livelli d’intervento). Attivando la modalità Supermoto, si può disattivare l’Abs (di tipo Cornering) al retrotreno. Anche il Quickshifter+ è disattivabile, sebbene non abbia alcun senso farlo, dato che funziona meravigliosamente e, soprattutto nell’uso in pista, è molto utile. Su una moto così potente non poteva mancare il Launch Control, che può essere abbinato al Factory Start (disponibile all’interno del pacchetto Suspension Pro), un abbassatore in stile MotoGP che in fase di partenza esalta il rendimento del Launch Control. Non ci si deve aspettare una riduzione dell’altezza del retrotreno paragonabile a quella di una MotoGP ma questo sistema rappresenta un primo passo verso l’introduzione di sistemi evoluti di aiuto alla partenza. Il Factory Start non si può usare durante la guida; subito dopo la partenza, l’altezza del retrotreno torna al valore preimpostato.
Il telaio, il forcellone e le sospensioni WP delle nuove 1390 Super Duke (R e R Evo) sono molto più rigidi rispetto alle versioni precedenti, per incrementare la precisione direzionale. La versione R Evo è dotata di sospensioni elettroniche, che permettono di personalizzare l’assetto in modo semplice e rapido, variando il precarico molla dell’ammortizzatore e i freni idraulici di ammortizzatore e forcella; si possono utilizzare parametri pre-impostati, oppure scegliere due configurazioni, che possono essere abbinate agli altri aiuti alla guida e salvate, per poi essere attivate attraverso una leva sul blocchetto destro. Per avere il massimo delle possibilità di regolazione bisogna acquistare il pacchetto Suspension Pro, che offre tre impostazioni (denominate Low, Standard e High) di adeguamento automatico del precarico molla; la sospensione è in grado di calcolare e adattare automaticamente il precarico in base al peso del pilota. Suspension Pro consente anche di utilizzare un’impostazione Anti-Dive, che mantiene l’avantreno rigido in caso di frenate brusche. Infine, sono nuove la pompa della frizione e quella del freno, che garantisce un funzionamento efficiente con poca pressione della leva.
Le differenze rispetto al modello precedente balzano subito all’occhio. È più muscolosa e il nuovo faro, dal design molto aggressivo, la rende facilmente riconoscibile. Le nuove 1390 Super Duke sono disegnate da Kiska e sono diverse da tutte le altre naked in commercio; belle o brutte, piacciono o non piacciono, non esistono mezze misure. Sella alta quanto basta e ben distanziata dalle pedane, manubrio posizionato in modo tale da garantire un elevato feeling con l’avantreno durante la percorrenza delle curve e un ottimo controllo della moto in rettilineo, dove si può arretrare facilmente col bacino, trovando un valido appoggio sul sellino del passeggero. I dati del motore fanno paura ma una volta ruotata la manopola del gas si tira un sospiro di sollievo, perché fino a 6000 giri/min c’è tutto quello serve e anche di più per andare forte ma la “bestia” non morde. Ai regimi medio-bassi si avverte una gradevole inerzia, che insieme all’elettronica, messa a punto a regola d’arte, agevola il lavoro della gomma posteriore. Sopra i 7000 giri cambia tutto; il bicilindrico comincia a spingere forte, fortissimo , sembra un reattore. L’avantreno inizia a galleggiare sull’asfalto ma l’elettronica gli impedisce di decollare, senza effettuare improvvise riduzioni della potenza; un’autentica goduria. La 1390 Super Duke fa tanta strada, i rettilinei durano poco e quando arriva il momento di frenare, basta una lieve pressione sulla leva per ottenere decelerazioni pazzesche. Ktm ha trasformato la 1390 Super Duke R e la 1390 Super Duke R Evo in delle superbike senza le carene. Ora il loro ambiente di “caccia” è la pista; su strada, per molti, le loro prestazioni potrebbero risultare eccessive. L’unico limite che ad alta velocità (che queste austriache raggiungono in un battito di ciglia…) bisogna reggersi forte.
Scheda Tecnica
| Motore (4T) | V2 di 75° |
| Raffreddamento | a liquido |
| Alesaggio e corsa (mm) | 110 x 71 |
| Cilindrata (cm3) | 1350 |
| Distribuzione | Bialbero a valvole in testa, 8 valvole |
| Potenza massima | 190 Cv a 10.000 giri/min |
| Coppia massima | 145 Nm a 8.000 giri/min |
| Omologazione | Euro 5+ |
| Emissioni CO2 | 139 g/km |
| Telaio | tubolare a traliccio al cromo-molibdeno |
| Altezza minima da terra (mm) | 149 |
| Altezza sella (mm) | 834 |
| Capacità serbatoio (l) | 17,5 |
| Peso (a secco) | 200 kg |
| Escursione ruota anteriore (mm) | 125 |
| Escursione ruota posteriore (mm) | 140 |
| Freno anteriore | 2 pinze fisse monoblocco a quattro pistoncini Brembo Stylema con attacco radiale; 2 dischi di 320 mm |
| Freno posteriore | 1 pinza fissa a due pistoncini Brembo, disco freno; 1 disco di 240 mm |
| Pneumatico anteriore (Michelin Power GP) | 120/70 – R17 |
| Pneumatico posteriore (Michelin Power GP) | 200/55 – R17 |















