La Aston Martin Valkyrie, chiamata anche con i nomi in codice di AM-RB 001 (acronimo di Aston Martin e Red Bull) e Project Nebula, è un’autovettura sportiva ad alimentazione ibrida realizzata dalla casa automobilistica inglese Aston Martin in collaborazione con la scuderia di F1 Red Bull Racing e altre aziende specialiste. La produzione, prevista di 150 unità stradali più altre 25 in versione da pista, è iniziata a fine 2019. Il nome Valkyrie si rifà alla omonima figura mitologica norvegese : le valchirie sono gli spiriti che decidono le sorti degli uomini in battaglia. Il nome inoltre è stato scelto per continuare la tradizione della Aston Martin di chiamare le sue vetture con nomi che hanno come lettera iniziale la “V”.
L’Aston Martin Valkyrie 2022 è nata per le corse , un vero demone della velocità aerodinamico e prestazionale che ha il merito di essere il primo ingresso di Aston Martin nella guerra delle hypercar. I veicoli Aston sono tipicamente caratterizzati da un design elegante e sobrio, ma la Valkyrie apre una nuova strada con il suo stile esagerato.
Rispetto alla versione originale la 2022 è più lunga (il passo è aumentato di ben 38 cm) e più larga delle altre Valkyrie, la AMR Pro è spinta da un V12 aspirato di 6.5 litri in grado di erogare ben 1.000 CV. Questa hypercar ridefinisce il concetto stesso di auto per piloti non professionisti: che sia una Aston Martin lo si riconosce a colpo d’occhio dal musetto, ma niente di lei è paragonabile a qualunque altra vettura disponibile sul mercato. La parola d’ordine è downforce: una ricerca spasmodica di ogni singolo chilo di deportanza che le ha regalato soluzioni estreme, come l’enorme diffusore posteriore o il sistema sospensivo di carbonio, collegato alla piccola monoscocca dell’abitacolo, anch’essa progettata per fendere l’aria nel modo più efficiente possibile. L’Aston Martin Valkyrie ha due posti, ma non ha niente a che vedere con le GT della Casa di Gaydon a cui siamo abituati: pilota e copilota sono “spalla a spalla” e sulla AMR Pro c’è ancora meno spazio per i piedi del passeggero.
Ascoltare il sound del V12 è un’autentica sinfonia a 11.000 giri. Fino a circa 10 km/h si muove con un motore elettrico a 48V, ma una volta premuto l’acceleratore, non c’è alcun sistema ibrido a supporto (come, invece, avviene sulla versione stradale). Tutto il peso superfluo è stato eliminato e il compito di proiettare pilota e passeggero a velocità sconosciute da chi è mai salito su una Formula 1 è affidato unicamente ai cavalli del dodici cilindri. Il gruppo propulsore ibrido della Valkyrie è composto da un V-12 da 6,5 litri ad aspirazione naturale e da un motore elettrico. Un cambio automatico a sette velocità dirige la potenza alle ruote posteriori. Da solo, il V-12 eroga 1.000 cavalli, mentre il sistema elettrico a batteria, progettato da Rimac e Integral Powertrain, fornisce altri 160 cavalli.
Realizzato dalla Cosworth, questo 6.5 litri aspirato non ha soltanto tantissima potenza a tutti i regimi e una vocalità sconosciuta alle auto moderne, ma allunga fino a una linea rossa “monstre” di 11.000 giri. Dal computer di bordo, integrato nel display del piccolo volante, si possono scegliere diversi livelli di potenza (da 500 a 1.000 CV) per consentire ai non professionisti di prendere confidenza le prestazioni di cui la Valkyrie è capace. Combinate, le fonti di energia producono una potenza totale di 1160 cavalli. La Valkyrie AMR Pro di Aston Martin è dotata dello stesso gruppo propulsore, ma la taratura del V-12 è stata modificata per aumentare la potenza. La AMR Pro ha un peso ridotto rispetto alla vettura stradale e Aston dichiara che è in grado di generare una deportanza superiore al proprio peso.
Il design nasce dalla cooperazione tra il designer della Aston Martin Marek Reichman e Adrian Newey, direttore tecnico del team Red Bull di Formula 1. L’esterno della vettura è estremamente aerodinamico, i flussi d’aria vengono convogliati in due grossi condotti sul fondo della vettura e fatti defluire dalle fiancate e dal generoso estrattore posteriore, creando una forza che la schiaccia a terra per merito dell’effetto Venturi.
L’aspetto dominante nella progettazione della Valkyrie è la ricerca della massima leggerezza, è stata infatti spogliata di tutti gli elementi non essenziali. Il telaio è una monoscocca in fibra di carbonio. I fari sono più leggeri del 30-40% rispetto a quelli tradizionali grazie alla loro costruzione in alluminio, la terza luce di stop è la più piccola esistente al mondo. Il logo Aston Martin, posizionato sul cofano anteriore, è stato inciso direttamente da una lamina di alluminio dello spessore di 70 micron, circa il 30% più sottile di un capello umano.
Per massimizzare lo spazio interno, i sedili sono montati direttamente al telaio e gli occupanti devono adottare una posizione che ricorda quella dei piloti di Formula 1. Vengono fornite di serie le cinture a quattro punti, mentre sono disponibili come optional quelle a sei, per coloro che intendono sfruttare la Valkyrie prevalentemente in pista. Per ridurre la distrazione e l’impegno del guidatore, tutti gli interruttori dell’auto sono posizionati sul volante, mentre i segnali vitali si riflettono su un unico schermo OLED. Gli interruttori sono disponibili in argento anodizzato, nero o rosso. Aston offre un’ampia gamma di colori, motivi e finiture per i rivestimenti, mentre le cinture di sicurezza sono disponibili in sei colori vivaci. Per facilitare l’ingresso e l’uscita dal veicolo, il volante della Valkyrie è staccabile. I parametri sono visibili su un unico schermo OLED collocato al centro del volante stesso. Per evitare disturbi aerodinamici gli specchietti retrovisori tradizionali sono stati sostituiti da telecamere, montate sui fianchi dell’auto, le cui immagini sono visibili da due display posizionati su ciascun lato del cruscotto.
Con due tonnellate di carico aerodinamico, tutto cambia nel modo di affrontare le curve: più si va forte, più grip e stabilità aumentano. Le accelerazioni laterali sono “aeronautiche”: tanto che con le gomme slick e l’asfalto asciutto superare i 3g diventa cosa semplice. Un’esperienza fisica oltre che mentale per chi non è allenato, specie per i muscoli del collo, data la mancanza di un vero e proprio supporto per la testa di guidatore e passeggero come su altre auto da corsa. Neanche a dirlo, impressionante tanto quanto le velocità di percorrenza di curva, è la frenata: l’impianto carbon-carbon (ovvero con dischi e pastiglie di carbonio), con pinze posizionate nella parte inferiore pe abbassare il baricentro, ferma i soli 1.000 kg di peso della Valkyrie in un fazzoletto di asfalto. L’allungamento del passo rispetto alla Valkyrie stradale ha permesso di aumentare ulteriormente la stabilità nei curvoni più veloci, mentre le sospensioni pushrod perdono le regolazioni elettroniche in favore di un assetto regolabile manualmente in altezza per controllare al meglio l’incredibile quantitativo di downforce. Carico aerodinamico che non gode di ali attive e appendici regolabili, in favore di un set-up fisso – a detta dei suoi ingegneri – bilanciato per tutti i più importanti tracciati sparsi in giro per il mondo.
Caratteristiche Tecniche :
Motore : V 12
Posizione del motore : Longitudinale
Posizione del Motore : Posteriori
Cilindrata : 6500 cm3
Potenza massima : 1000 HP / 746 kW a 10500 rpm
Coppia massima : 740 Nm a 7000 rpm
Potenza motore elettrico : 160 HP / 119 kW
Coppia totale elettrico : 280 Nm
Potenza totale : 1160 HP / 865 kW
Coppia totale : 900 Nm
Cambio : 7 marce Sequential
Trazione : Posteriore
Tipo di carrozzeria : Supercar
Numero Porte : 2
Peso : 1100 Kg
Rapporto Peso / Potenza : 0.9 kg/hp












