BMW R 1100 S Boxer Cup

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Una BMW decisamente fuori dal coro. Sportiva, vistosa, altissima da terra. Vistosa, certo si nota. Se la R 1100 S “normale” è l’apoteosi dell’anonimato, questa Boxer Cup Replika (Replika con la k teutonica) è l’esatto opposto. Incuriosisce, piace e va anche forte, molto più forte di quello che uno possa mai pensare. BMW è riuscita a ridare smalto a questa bicilindrica un po’ fuori degli schemi.

Deriva dalla R 1100 S , una motocicletta sportiva prodotta da BMW Motorrad tra il 1998 e il 2005. Introdotta circa 25 anni dopo la R 90 S, la prima moto sportiva dell’azienda, la R 1100 S è stata la prima moto BMW dotata di semi-manubri, pedane posteriori e un guscio rimovibile per coprire il sedile del passeggero. Sviluppando quasi 100 CV, al momento della sua introduzione, era il motore boxer più potente mai realizzato da BMW e il primo dotato di cambio a sei velocità.

Il motore è un classico bicilindrico Boxer BMW con cilindri contrapposti raffreddati ad aria e teste raffreddate ad olio (per questo motivo generalmente denominato oilhead per distinguerlo dalla precedente serie di motori boxer raffreddati ad aria airhead). Il motore di 1.085 cc. è derivato dalla BMW R 1100 RS, ha 4 valvole per cilindro ed iniezione elettronica di carburante di tipo BOSCH Motronic 2.4 ed è accreditato di una potenza massima di 98 cavalli vapore britannici (73 kW) a 8.400 giri / min. Al momento della sua introduzione, era il motore boxer più potente mai realizzato da BMW e il primo dotato di cambio a sei velocità. Il motore con distribuzione monoalbero prevede alberi a camme azionati da catene, che azionano le valvole tramite aste corte e bilancieri sdoppiati. I motori prodotti dopo il 2003 (quelli che equipaggiavano la Boxer Cup) erano dotati doppia accensione, con due candele per cilindro. Il cambio compatto a sei marce a rapporti ravvicinati è derivato dalla BMW K 1200 RS. Lungi dall’essere un overdrive da turismo, nella marcia più alta sviluppa circa 30 km/h a 1.000 giri/min, che diventano circa 130 km/h a 4.000 giri/min.

Oltre a utilizzare il motore come elemento portante come gli altri modelli della serie R , la R 1100 S prevede un vero e proprio telaio in alluminio a cui sono fissati gli altri componenti della ciclistica. La sospensione anteriore è il Telelever brevettato da BMW, Che consiste in una forcella telescopica con lunghi steli che non prevedono al loro interno né molle né altri elementi ammortizzanti. Questo sistema si propone di ridurre gli effetti del trasferimento di carico e dell’affondamento in frenata: le forze frenanti vengono restituite alla ciclistica tramite un braccio oscillante. Un monoammortizzatore su questo braccio oscillante provvede a molleggio e smorzamento. La sospensione posteriore è il Paralever di BMW, un braccio oscillante unilaterale che include la trasmissione a cardano. Il Paralever è imperniato sul telaio invece che sul cambio come sui precedenti oilhead.Il risultato è una maggiore rigidità del telaio e una migliore maneggevolezza“.

Un telaietto tubolare imbullonato regge la sella unica per pilota e passeggero. La R 1100 S ha una semi-carenatura molto estesa che avvolge completamente il serbatoio in lega di alluminio. Il parafango anteriore è in parte realizzato in fibra di carbonio. Lo scarico due in uno confluisce in un doppio silenziatore alto, posizionato sotto la seduta del passeggero, richiamando quelli della Ducati 916.

La R 1100 S Boxer Cup (produzione iniziata nel 2003) ha un sella altissima rispetto alla Standard basta salirci per rendersene conto, sembra di essere al primo piano , è probabilmente la sportiva con la sella più alta in assoluto. Sfida persino certe cammellose enduro. Una persona di media statura tocca appena con le punte dei piedi. Il motivo di questa alzata di sella è presto detto. Il limite principale di una BMW sta nella sporgenza dei due cilindri che ne limita la luce a terra nella guida sportiva. Più di qualcuno guidando una R 1100 Standard avrà carteggiato il coperchio delle valvole in qualche sessione in pista. Con la Boxer Cup arrivare ai cilindri non è impossibile ma molto molto più difficile. Perché le sospensioni si sono allungate notevolmente, alzando tutta la moto e consentendo quindi limiti di piega prima impossibili. E se proprio ci si arriva, almeno c’è una protezione. Il coperchio in carbonio con tanto di placchetta d’acciaio piazzata proprio nella zona “calda” non è solo un vezzo estetico ma ha una sua utilità.

Certo è che le modifiche apportate rispetto alla R 1100 S non sono state solo merito del chirurgo estetico. La versione corsaiola ha avuto in dotazione i terminali di scarico marchiati LASER, omologati per l’uso stradale, ed un ECU riprogrammata per una differente erogazione, pur mantenendo i suoi 98 cv. Al fine di aumentare la luce a terra, la barra del Paralever è stata accorciata e sono state montate due protezioni in carbonio con una placca in acciaio nei possibili punti di contatto con l’asfalto. Lo pneumatico posteriore passava da 170 a 180, gli specchi sono montati sul manubrio (quindi di facile rimozione per un uso in circuito) e un puntale in fibra di carbonio avvolge la parte inferiore del propulsore. In questa configurazione, la Boxer Cup Replika si presentava alla linea di partenza con un sound più marcato, anche se la cavalleria rimaneva pressoché invariata, l’erogazione risultava più spumeggiante e nell’insieme la conduzione più adrenalinica. La Replika non passa inosservata, al semaforo gli sguardi su di lei si moltiplicano, grazie a forme morbide e grafiche decisamente inusuali. La sportiva BMW piace ancora molto, al punto da poter essere scambiata come un nuovo modello oppure come una ben riuscita personalizzazione. La salita è impegnativa a causa della seduta altissima. Una volta raggiunta la sella ci aspetta un’ampia presa del manubrio che dà una piacevole sensazione di controllo, le gambe hanno una posizione confortevole ma allo stesso tempo in linea con uno stile di guida dinamico. La protezione aerodinamica è buona e non richiede di appiattirsi sul serbatoio.

Il rinnovato assetto rende questa Boxer una insospettabile divora-curve. La leggerezza e la semplicità con cui si lascia guidare questa moto da 230 kg, può spiazzare chi si presenta al suo cospetto con i soliti pregiudizi. Invece la Boxer Cup si guida un gran bene, scende in piega svelta e armoniosa e riporta al pilota quella bellissima sensazione di avantreno piantato su un binario che solo il Telelever sa dare. Gran tenuta (le Bridgestone Sportech M1 si difendono egregiamente) e poche reazioni strane nonostante il cardano, insomma una sportiva atipica, se vogliamo, ma una sportiva vera, efficace.

L’altezza da terra, che impaccia un po’ da fermi o nella guida a bassissima velocità, si rivela invece un toccasana quando di guida forte per davvero, o magari si va in pista. Tanto il baricentro resta sempre piuttosto basso, e i cilindri restano ben lontani dall’asfalto. E anche la frenata è eccellente, la Boxer Cup è l’unica BMW (a parte le piccole monocilindriche) a rinunciare volutamente all’ABS di serie perché è votata ad un utilizzo anche sportivo. Davanti, c’è una gran frenata e il bello è che si riesce ad inserire la moto in curva anche con il freno tutto pinzato, proprio grazie al Telelever che non affonda.

Il problema si trasferisce al posteriore, perché non accucciandosi davanti la BMW si alza molto dietro, rendendo quasi inutile l’intervento del freno posteriore, fin troppo aggressivo, che arriva subito a bloccare la ruota. Insomma, su strada (ma anche in pista) ci si diverte, senza contare che con pochi accorgimenti questa Replika si può facilmente addomesticare per un viaggio in coppia. È comunque la prima vera sterzata di BMW verso una maggiore sportività dei suoi prodotti, quella che ha aperto la strada alle sportive della casa bavarese.

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