Il terzo articolo relativo alla carriera di Ayrton Senna è dedicato alle imprese della F1 , quando diventò The Magic.
Per ogni appassionato di questo meraviglioso sport, il 1°maggio 1994 è una data che difficilmente viene dimenticata. Ventotto anni fa infatti, nella curva del Tamburello dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, perse la vita uno dei piloti più amati nella storia della Formula 1: Ayrton Senna.
Volutamente non intendo parlare della sua tragica fine , preferisco soffermarmi su dieci imprese che hanno contribuito far diventare il talento di San Paolo semplicemente The Magic.
Montecarlo 1984
3 giugno 1984 , sul circuito monegasco, fin dalla mattina, si abbatté un violento temporale. La partenza venne ritardata prima di 20 minuti, poi di 45 minuti, in attesa di un miglioramento del tempo; i piloti, per bocca di Niki Lauda, dopo il giro di ricognizione, chiesero che il tunnel fosse bagnato, per evitare troppa differenza con l’asfalto del resto del tracciato.
Finalmente con un’ora di ritardo si decide di dare il via alla gara , al via Alain Prost mantenne il comando, seguito da Nigel Mansell e René Arnoux; alla Sainte Devote succede il finimondo Derek Warwick, per evitare Arnoux, finisce contro le barriere; più dietro, proprio il compagno di scuderia di Warwick, Patrick Tambay, finisce contro la Renault del britannico; Riccardo Patrese ed Elio De Angelis rimangono bloccati dalle due Renault e furono costretti a fermarsi, per far manovra. Entrambi i piloti della Renault ne escono malconci. Warwick scese dalla sua vettura zoppicando mentre Tambay venne portato via in barella dai commissari, con il perone fratturato.
Prost nel frattempo guida la corsa seguito da Mansell, Arnoux, Alboreto, Lauda e Rosberg. In pochi giri Lauda infila prima Alboreto e poi Arnoux. Al nono giro testacoda di Alboreto il quale dopo l’aiuto dei commissari riparte ultimo
All’undicesimo giro un commissario tentando di far ripartire Corrado Fabi , giratosi all’altezza della curva del Portier, viene investito , fortunatamente senza riportare danni, dal capoclassifica Prost , nel rallentamento creatasi ne approfitta Nigel Mansell che si porta al comando , breve durata , dopo 5 giri anche il britannico deve arrendersi , causa dell’aquaplaning si gira e sbatte il guard-rail, ridando via libera a Prost. In questo vortice di testacoda e botte contro i guard-rail, un pilota , un certo Ayrton Senna, ancora sconosciuto ai più , sembra infischiarsene delle insidie dell’asfalto bagnato , in sole 19 tornate si porta al secondo posto della gara.
La pioggia si fa sempre più intensa e Senna in trance agonistica recupera su Prost al comando al ritmo di 2/3 secondi al giro , al 31esimo giro con Senna ormai a meno di 2 secondi il francese transita sul traguardo chiedendo ad ampi gesti, di interrompere la gara. Un giro dopo il direttore di gara, Jacky Ickx, interruppe la gara, con bandiera rossa, proprio nel momento in cui Senna passava il battistrada Prost.
La classifica come da regolamento , venne stilata sulla base dei risultati del giro precedente il 31esimo, quando Prost era ancora al comando.
L’astro nascente Ayrton Senna mastica amaro , si sente defraudato della sua prima vittoria in F1, ma tutto il mondo si rende conto di aver assistito alla prima impresa di un nuovo asso del volante.

Estoril 1985
Dopo l’anno del debutto in F1 , Ayrton approda ad una squadra di primo piano la Lotus, ed alla sua seconda gara piazza la zampata vincente.
Una forte pioggia colpì il tracciato portoghese dalla mattinata, delle insidie del tracciato reso viscido dalla pioggia ne fanno le spese già durante il giro di allineamento Nigel Mansell e Pierluigi Martini. Ayrton Senna, che partiva dalla pole position, mantenne agevolmente il comando della gara. Le condizioni della pista, molto difficili, portarono a diversi incidenti. Al quarto giro finirono in testacoda François Hesnault e Philippe Alliot a causa dell’acquaplaning. Il giro dopo Riccardo Patrese tamponò Stefan Johansson, ed entrambi finirono in testacoda. Il padovano non poté proseguire il gran premio. Sorpresi dall’incidente vennero a contatto gli accorrenti Stefan Bellof e Manfred Winkelhock, che poterono però continuare la gara.
I testacoda non si contano , ne fanno le spese in successione Jacques Laffite, Andrea De Cesaris , Dereck Warwick , Gerhard Berger, Manfred Winkelhock , Stefan Johansson, Keke Rosberg , Nelson Piquet, Mauro Baldi, Alain Prost.
La pioggia aumentò ancora d’intensità, tanto che i direttori sportivi delle squadre proposero di interrompere la gara, senza però che la direzione di corsa accogliesse la proposta. Solamente allo scadere delle due ore di gara a soli due della durata prevista del gran premio il direttore di gara decretò la fine delle ostilità. Ayrton Senna colse la sua prima vittoria nel mondiale, percorrendo indenne tutta la gara ad un ritmo insostenibile per gli avversari relegando il secondo classificato Michele Alboreto ad oltre un minuto. Quanto intravisto un anno prima sul cittadino di Montecarlo aveva trovato conferma sul viscido asfalto lusitano elevando il talento brasiliano ad autentico mago della pioggia.

Silverstone 1988
La gara si disputò sotto una forte pioggia battente; al via Berger partito dalla pole mantenne il comando seguito da Alboreto, difendendosi dall’arrembante Senna, mentre Prost scattò male, scivolando indietro. Al 14º passaggio Senna ebbe la meglio su Berger, conquistando la prima posizione e mantenendola saldamente fino al traguardo; per tutta la gara, le condizioni meteo furono favorevoli per Senna, al contrario di Prost che attardato da problemi tecnici abbandonò la corsa. Il pilota francese spiegherà in seguito che preferì ritirarsi in quanto non se la sentiva di rischiare senza la possibilità di concludere la gara nei primi posti; alcuni testimoni del team McLaren dichiareranno a loro volta i primi segni di cedimento del fuoriclasse francese, appagato ed al tempo stesso in difficoltà per le imprese spumeggianti del più giovane compagno di squadra.
Senna riuscì ad avere un vantaggio sugli inseguitori di addirittura oltre un minuto per poi transitare sotto la bandiera a scacchi in tutta tranquillità con 23 secondi di margine.
Ennesima lezione di guida sul bagnato , del pilota brasiliano in un gara che poi si sarebbe rivelata decisiva per il campionato e che avrebbe dato il via ad una serie di 4 vittorie consecutive.

Spa-Francorchamps 1988
Dopo aver conquistato la pole con mezzo secondo di vantaggio Senna si fa sorprendere al via dal compagno di squadra Prost, sorpassato al tornante della Source, tuttavia, Ayrton alla prima occasione, subito al primo giro, con una furibonda staccata al termine del rettilineo Kemmel recuperò il comando. La prima metà della gara vive con un alternanza continua di giri più veloci da parte dei due compagni di squadra , senza che il forte pilota brasiliano non conceda la benché minima opportunità di essere attaccato al rivale francese . Nella seconda parte , Prost ammaina la bandiera incapace di sostenere il ritmo imposto da Senna il quale si avvia a passare sotto la bandiera a scacchi con oltre trenta secondi di vantaggio sul compagno di scuderia . Umiliati li avversari tutti oltre un minuto e mezzo.
Inutile dire che il difficile tracciato delle Ardenne esalta le capacità di guida del talento di San Paolo , per tutti ormai il migliore.

Suzuka 1988
Le speranze di Ayrton Senna di conquistare il primo titolo iridato hanno rischiato di andare in frantumi alla partenza del GP di Suzuka del 1988.
Al via Senna venne tradito dal motore che si spense per ben due volte, ma alla fine verrà salvato grazie alla lieve pendenza sulla quale era situata la griglia di partenza facendolo ripartire. Il brasiliano scivolò però in quattordicesima posizione, riuscendo però a risalire subito nel corso del primo giro fino all’ottavo posto , mentre il suo compagno di squadra si involò al comando, seguito da Berger e Capelli. Il pilota della March superò immediatamente l’austriaco, andando poi ad insidiare Prost, rallentato da un problema al cambio; al termine del sedicesimo giro l’italiano sopravanzò il rivale, cedendogli però nuovamente la posizione all’inizio del giro successivo, poche centinaia di metri dopo e ritirandosi, tre tornate più tardi, per un problema elettrico. Nel frattempo aveva cominciato a piovere e Senna, dopo una grande rimonta, si era riportato alle spalle del compagno di squadra. Lo sorpassò nel corso del 28º passaggio, approfittando di un doppiaggio; da questo punto il brasiliano fu imprendibile e condusse fino al traguardo, vincendo gara e titolo mondiale. Nel post-gara il Ayrton disse di aver avuto la visione di Dio durante la gara.

Montecarlo 1989
Un anno dopo aver gettato alle ortiche una vittoria ampiamente meritata, Senna è tornato nelle stradine del Principato conquistando una pole incredibile con un vantaggio di oltre un secondo su Prost.
Al via Senna mantenne il comando della corsa davanti al compagno di squadra Prost, il francese rimase attaccato per molti giri al brasiliano senza però riuscire a sorpassarlo. Senna vinse comodamente davanti al rivale Prost, schiumante di rancore a seguito del torto, a sua detta, subìto nella precedente gara ad Imola, rientrato prima di Senna ai box, rimase bloccato al tornantino a causa dell’incidente occorso tra Andrea De Cesaris e Nelson Piquet. Il terzo posto, inizialmente occupato da Boutsen, andò a Modena, il quale risalì la classifica approfittando del ritiro di Mansell e dei contrattempi che colpirono De Cesaris (coinvolto in un contatto con il doppiato Piquet) ed il suo compagno di team Brundle, attardato da problemi tecnici. Il pilota britannico riuscì comunque a giungere sesto, preceduto sul traguardo anche da Caffi (che portò alla Scuderia Italia i primi punti della sua storia) e da Alboreto. Solo dopo l’arrivo si scopre che il pilota brasiliano aveva terminato la gara con oltre un minuto di vantaggio sul compagno di squadra Prost senza la prima e la seconda marcia essenziali nelle strette stradine del principato, ennesima vittoria in condizioni difficilissime.

Interlagos 1991
Al via Senna scatta dalla pole e mantiene il comando davanti a Mansell, Patrese, Alesi, Berger e Prost, guadagnando poi un margine di circa tre secondi nei primi otto giri. A partire da questo momento, però, Mansell comincia ad avvicinarsi e per il ventesimo giro il vantaggio del brasiliano è ridotto a sette decimi. Al 17º giro Prost, temendo di rimanere bloccato dietro alla Benetton di Piquet, effettua un pit stop; Mansell lo imita al 26º passaggio, ma la sua sosta dura ben quattordici secondi e questo lo fa scendere in quarta posizione, alle spalle di Patrese ed Alesi. Dopo i pit stop di questi ultimi, Mansell si trova a sette secondi dal leader della gara Senna; il pilota britannico rimonta lo svantaggio dal rivale e sembra poterlo superare, ma al 50º giro è costretto ad una seconda sosta da una foratura.
Senna ha però problemi con il cambio, che per il 60º passaggio ha perso la quarta marcia; Mansell potrebbe ancora rappresentare un’insidia per il brasiliano, ma il pilota della Williams è costretto al ritiro al 61º giro, anch’egli per un problema al cambio. Il cambio di Senna perde via via tutte le marce, ad eccezione della sesta; il brasiliano, pur a costo di grandi sforzi, riesce a rimanere in gara nonostante diverse volte nelle curve lente la sua McLaren quasi si fermi. Tuttavia Patrese, non riesce ad approfittare delle difficoltà del rivale e Senna vince la gara di casa davanti a Patrese, Berger, Prost, Piquet ed Alesi.
Tagliato il traguardo, Senna si lasciò andare ad un urlo isterico, non tanto per aver vinto per la prima volta nel suo natio Brasile, ma quanto più incredulo di esser riuscito a condurre una tremenda lotta per cercare di tenere sotto controllo la macchina che gli causò crampi muscolari e febbre. Dopo aver fermato la macchina ormai esausto di energie, Senna non era quasi in grado di muoversi da solo e dovette essere sollevato di peso dalla monoposto e portato al box McLaren a bordo di un’auto medica. Anche sul podio Senna continuò a mostrare segni di sofferenza, sollevando a malapena il trofeo.

Montecarlo 1992
Al via Mansell partito dalla pole mantenne la testa della corsa, mentre Senna riuscì a scavalcare immediatamente Patrese, così come fece Schumacher con Berger. Martini, intanto, incappò nel suo secondo incidente del fine settimana e fu costretto al ritiro. Alla fine del primo giro, dunque, Mansell guidava la corsa davanti a Senna, Patrese, Alesi, Schumacher e Berger. Con alcuni di giri di ritardo, poi, entrò in pista Morbidelli, quasi subito costretto al ritiro, sempre per problemi al cambio. Mansell cominciò a staccare gli avversari, mentre Patrese tentò più volte di attaccare Senna, ma senza alcun successo.Successivamente, però, il pilota italiano fu costretto a rallentare il suo ritmo per problemi al cambio della sua vettura.
A metà gara, Alesi e Schumacher, che erano in lotta per la quarta posizione, ebbero una collisione: il tedesco tentò infatti un attacco a Loews , ma il francese tentò di tenere la posizione e i due si toccarono. Nonostante entrambi fossero riusciti a proseguire, con Schumacher che aveva preso la quarta piazza, la vettura di Alesi aveva ricevuto una botta che aveva danneggiato la centralina elettronica e che lo avrebbe poi costretto al ritiro alcuni passaggi più tardi.
La gara procede senza ulteriori cambiamenti, ad eccezione del ritiro di Berger per problemi al cambio, avvenuto al trentaduesimo passaggio. La situazione, che vedeva Mansell in testa, seguito da Senna, Patrese, Schumacher, Capelli e Alboreto non vide accadimenti fino al cinquantottesimo giro, quando Brundle, in rimonta, tamponò Alboreto facendogli perdere un paio di posizioni. Due giri più tardi l’italiano commise, poi, un errore mentre stava per essere doppiato da Senna rischiando di coinvolgerlo in una collisione. Il brasiliano, nel tentativo di evitarlo, perse quasi dieci secondi da Mansell. Il giro seguente, Capelli, intanto, andò in testacoda e danneggiò il braccio dello sterzo della sua vettura. Pochi metri dopo, alle Piscine, il danno subito dalla vettura gli impedì di proseguire oltre facendolo uscire di pista.
Al 71º giro, poi, Mansell, pensando di aver subito una foratura, rientrò ai box. Si era infatti allentato un dado in una ruota, che aveva a sua volta danneggiato il cerchione. Senna passò così in testa, ma il pilota della Williams rimontò in modo forsennato il distacco di cinque secondi dal brasiliano; gli ultimi cinque giri valgono tutto il Gran Premio , l’inglese con una vettura più performante dotata di gomme fresche tenta in tutti i modi di sopravanzare il rivale, tentando l’affiancamento ad ogni curva del toboga del principato il tutto inutile il forte pilata brasiliano mette in scena tutte malizie per resistere in testa e porta a casa la sua quinta vittoria sul tracciato monegasco . Appena tagliato il traguardo l’atmosfera è da brividi tutte le barche ormeggiate al molo iniziano a suonare per tutta la durata del giro d’onore per omaggiare colui che ormai per tutti è il pilota più forte di sempre.

Interlagos 1993
Al via Prost scatta bene dalla pole, mentre il suo compagno di squadra Hill viene superato da Senna; più indietro, Andretti e Berger hanno un incidente, con la McLaren Ford dell’americano che vola sopra la Ferrari dell’austriaco: i due rimangono illesi. All’undicesimo giro Hill sopravanza Senna; al brasiliano viene poi inflitto uno stop-and-go di penalità per aver effettuato un sorpasso in regime di bandiere gialle, cosa che lo retrocede in quarta posizione dietro Schumacher, anch’egli successivamente punito con uno stop-and-go. Nel frattempo comincia a piovere. Schumacher perde tempo per un cambio gomme problematico; nel mentre Katayama e Suzuki perdono il controllo delle proprie vetture andando a sbattere contro le barriere. La pioggia aumenta di intensità. Prost ha problemi nelle comunicazioni radio: ritarda il cambio gomme, credendo di aver sentito che il box è occupato da Hill , alla fine del rettilineo d’arrivo si scompone, centra la Minardi Ford incidentata di Fittipaldi e si ritira. Entra in pista la safety-car, dietro alla quale si accodano Hill e Senna; più indietro, Alesi effettua diversi sorpassi, cosa che gli costerà uno stop-and-go.
La pista comincia lentamente ad asciugarsi. Al 42º giro, Senna sorpassa Hill, dopo che entrambi hanno montato le slick; Herbert si porta in terza posizione grazie ad una sosta anticipata, dando vita nel finale a una serie di duelli con Schumacher, ma all’ultimo giro subirà il sorpasso del tedesco in rimonta. Senna continua a condurre fino alla fine, andando a vincere il Gran Premio di casa davanti a Hill, Schumacher, Herbert, Blundell e Zanardi, che conquista quello che rimarrà l’unico punto della sua carriera in Formula 1.
Ennesimo capolavoro del mago della pioggia Ayrton Senna che con un macchina nettamente inferiore grazie Giove pluvio riesce far sua una gara impossibile seppur gravata da 10 secondi di penalizzazione.

Donington 1993
Siamo in Gran Bretagna, e le condizioni meteorologiche avverse tipiche della zona non tardano ad arrivare. Sulla griglia, poco prima del via, si scatena un violento acquazzone: la “danza della pioggia” pone di nuovo Senna come favorito per la vittoria finale, visto l’incredibile talento del brasiliano in condizioni di bagnato. E infatti, la magia sta per arrivare. Alla partenza Senna scatta bene, ma nel tentativo di superare Schumacher alla prima curva il brasiliano si trova la strada sbarrata proprio dal tedesco. In questa confusione ne approfitta la Sauber dell’austriaco Karl Wendlinger, che supera Senna e Schumacher portandosi in 3° posizione. A questo punto Ayrton è 5°, e le due Williams sembrano già volare ad una vittoria scontata. Eppure, nonostante la situazione decisamente sfavorevole, Senna si rimbocca le maniche, e dà inizio ad una delle rimonte più veloci e spettacolari mai viste in tutta la storia della categoria. Nel corso del solo primo giro, il brasiliano prende immediatamente confidenza con la pioggia, spingendo la sua McLaren ai limiti, lì dove nessuno osa arrivare.
Senna passa per primo Schumacher, recuperando subito la 4° posizione iniziale. Successivamente, con una magnifica manovra all’esterno, passa Wendlinger, portandosi così al 3° posto. Poco avanti è la volta di Hill, che deve arrendersi alla furia agonistica di Senna. Infine, con una staccata decisa all’interno, supera Prost e si piazza al comando. Morale della favola: quattro posizioni recuperate nel corso di un solo giro, il primo della gara. Il resto fila via tutto liscio per il brasiliano, che diventa praticamente irraggiungibile per gli avversari, i quali maledicono la pioggia e l’asfalto bagnato.
Senna vince così il Gran Premio d’Europa davanti a Damon Hill ed Alain Prost terzo al traguardo ed addirittura doppiato dal pilota dalla McLaren, protagonista di quello che, a detta di molti, è stato il giro-rimonta più sensazionale della storia della Formula 1.
Oggi, a distanza di venticinque anni da quell’opera d’arte motoristica, il ricordo di quei sorpassi è ancora vivo nella memoria di ogni appassionato che si rispetti. Perché quei sorpassi in rapida successione, sul bagnato, ed effettuati con una facilità apparente disarmante, potevano essere compiuti soltanto da un vero artista del volante.
