Verso la fine degli Anni ’20, per ovviare allo scarso successo delle vetture di formula – ovvero dei regolamenti che imponevano determinate potenze, pesi e cilindrate alle vetture da corsa – si iniziò a lasciare una sempre maggiore libertà progettuale ai costruttori. Nel 1928 prendeva così il via il periodo della “formula libera” e in pochi anni si passò dai soli cinque Grand Prix (le corse più famose e prestigiose della scena europea) del 1927 ai 18 del 1939. Tutti i costruttori cercarono da subito di sfruttare al massimo le libertà lasciate dal nuovo regolamento: Maserati affrontò la situazione continuando a schierare le sue vetture di successo ma, contemporaneamente, ideò un modello specifico per i Grand Prix. Fu varato il progetto di un modello con motore sedici cilindri. Negli ambienti questa mostruosa macchina divenne nota come V4: la “V” si riferiva alla disposizione delle bancate e “4” alla cilindrata di quattro litri.
IL PROGETTO.
La Maserati Tipo V4 ha segnato un importante traguardo per Maserati in termini di innovazione. L’obiettivo di Alfieri Maserati era quello di realizzare una motorizzazione possente unendo due motori uguali a otto cilindri in linea. Questo complesso progetto prevedeva due motori Tipo 26B affiancati collegati da un unico basamento contenente i due alberi motore. Maserati Tipo V4 dunque perchè V è la sistemazione dei gruppi cilindri collocati ad angolo di 25° mentre 4 è riferito ai litri della cilindrata. Ognuno dei due gruppi aveva la propria accensione a magnete, il proprio carburatore con compressore e il proprio albero motore, per una potenza di oltre 280 cavalli a 5.500 giri/min. Il telaio era stato particolarmente rinforzato in considerazione dell’impotente potenza del motore. Esso era costituito dai consueti longheroni di acciaio stampato con sezione a C; il cambio era a 4 marce e la trasmissione era composta da un unico albero che terminava al ponte posteriore di tipo rigido, con sospensioni a balestra semi ellittiche. Non si riuscì ad eliminare l’usura rapida dei pneumatici e l’inadeguatezza dei freni, problemi derivanti dalla grande potenza della vettura, oltre che dal suo peso, non indifferente di1050 kg.
AUTO DA RECORD.
Tra la fine degli anni venti e l’inizio degli anni trenta, uno dei Gran Premi più ricchi e ambiti era quello di Tripoli, abbinato nel 1933 all’omonima lotteria che metteva in palio tre milioni di lire per il primo premio. Vincitore di quell’edizione risultò Achille Varzi con l’Alfa Romeo, accusato però di combine con Nuvolari ed altri, per spartirsi i premi gara. Tre anni prima sui 71 km dell’omonimo circuito cittadino della capitale, aveva trionfato per la prima volta in un Gran Premio la Maserati con la V4 di Borzacchini. Ma, l’impresa più grande di quel binomio resta senz’altro quella realizzata l’anno prima, precisamente il 28 settembre 1929, a Cremona. In quell’occasione Mario Umberto “Baconìn” Borzacchini, alla guida della Maserati Tipo V4, ha stabilito il primato mondiale sui 10 chilometri con partenza lanciata. La vettura aveva esordito in gara il 15 settembre, guidata da Alfieri Maserati nel Gran Premio di Monza, finendo la gara in sesta posizione. Due settimane dopo, prima della gara al Circuito di Cremona, è andata in scena la “Giornata dei record”, una gara di velocità sui 10 chilometri lanciati. La gara si è svolta lungo la vecchia strada statale (oggi provinciale) N.10 – Padania Inferiore, che partendo da Cremona in direzione est-nord-est, ha un rettilineo di circa 17 km. I 10 km partivano dal municipio di Gadesco Pieve Delmona con arrivo a Sant’Antonio d’Anniata, una frazione di Pessina Cremonese, con circa 3 km di margine per il lancio e l’arresto. Il regolamento internazionale prevedeva che il percorso venisse compiuto due volte, una per ogni senso di marcia. La media dei tempi registrati veniva omologata ai fini del record. Borzacchini coprì il tratto ascendente in 2’25”20/100 con una media oraria di 247,933 km/h. Nel tratto discendente il tempo ha registrato due secondi in più, 2’27”40/100 per una media di 244,233 km/h. Il tempo medio è risultato di 2’26”30/100 corrispondente alla velocità di 246,069 km/h: record mondiale per la classe C (da 3000 a 5000 cc). Un risultato straordinario quello di Mario “Baconìn” Borzacchini, che andava così a sovrascrivere il primato precedente del 1927 ottenuto da Ernest Eldridge a Montlhéry con 225,776 km/h con un tempo di 2’39”45/100.
La V4 tentò anche il colpaccio a Indianapolis ma senza grossa fortuna. Nel 1932, Ernesto Maserati succeduto al fratello quale leader dell’azienda, propose la V5 con la cilindrata del motore sedici cilindri elevata a cinque litri. Questa vettura vinse il Gran Premio di Roma di quell’anno con Luigi Fagioli.
Quanto al primato di Borzacchini resistette per ben otto anni. Il 27 ottobre 1937, Bernd Rosemeyr con un’Audi volò oltre la barriera dei trecento chilometri sull’autostrada Francoforte-Darmstadt, raggiungendo l’allora incredibile media di 341,6 km/h.
UN ESEMPLARE O DUE?
Non è chiaro quanti esemplari siano stati prodotti. Secondo un’ipotesi la prima V4 fu, nel 1931, acquistata da un medico di Roma e trasformata, prima di trasferirsi nella capitale, in una lussuosa roadster bicolore (verde chiaro/verde scuro) da Zagato. Nella primavera di quell’anno, infatti, una Maserati sedici cilindri è segnalata in gara al concorso d’eleganza del Celio. Nel frattempo un secondo esemplare fu approntato come Maserati V5 e rimase un’auto da corsa (del resto la sedici cilindri era regolarmente in gara in quella stagione). Poco prima dell’inizio della guerra l’ipotetico secondo esemplare fu nascosto e smontato per sfuggire alla confisca nazista. Negli anni successivi il motore fu ritrovato e conservato. In epoca recente, infine la V4/V5 è stata ricostruita con una nuova meccanica e oggi si trova nel Nord Italia, nella collezione di un appassionato di auto Maserati.
UNA CENA DA RICORDARE
Il record di “Baconin” Borzacchini fu celebrato a Bologna con una cena ospitata dall’Automobile Club alla presenza dei più importanti funzionari della città. Presenti tanti piloti, compreso un giovane Enzo Ferrari. Non è ancora conosciuto come Drake e nemmeno come fondatore della casa del Cavallino Rampante. Fatto sta che il giovane pilota modenese approfittò di quel convivio per parlare con due imprenditori della zona, Alfredo Caniato e Mario Tadini. : “Sapete, avrei in mente di creare una scuderia…”. Il resto è storia.
Caratteristiche tecniche Tipo V4:
Motore : sedici cilindri, in due file di otto con disposizione V di 25°.
Cilindrata : 3.961 cc
Potenza : da 280 CV a 305 CV
Trasmissione : meccanica a quattro velocità + retromarcia
Telaio : binari e traverse in acciaio stampato a sezione C rivettati
Peso a secco : 1.050 kg
Velocità massima : 260 km/h














