Ferrari Daytona SP3

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Alla 24 Ore di Daytona del 1967 la Ferrari piazza tre vetture sul podio della prima gara del Campionato Mondiale Sport Prototipi: la 330 P3/4, la 330 P4 e la 412P (descritto in un articolo dedicato a tale trionfo nella sezione “storie“) che sfilarono in parata alla bandiera a scacchi incarnavano alla perfezione lo spirito degli Sport Prototipi anni 60, epoca d’oro delle competizioni motoristiche a ruote coperte. La Ferrari Daytona SP3, seconda vettura che entra a far parte del segmento “Icona” a edizione limitata, rende omaggio a quegli Sport Prototipi Ferrari V12 a motore centrale-posteriore che fecero entrare il marchio nella leggenda degli sport motoristici.

Dopo che erano stati avvistati alcuni muletti nei pressi di Maranello già ad ottobre, la versione definitiva ha esordito il 20 novembre 2021 sul circuito del Mugello durante l’evento Ferrari Finali Mondiali 2021.

La vettura adotta una carrozzeria del tipo berlinetta, ma con tetto targa e hard-top asportabile. Il design esterno della Ferrari Daytona SP3 si ispira alle vetture sport prototipi da competizione che dominarono a Daytona nel 1967.

È proprio a queste iconiche vetture Sport che la Daytona SP3 (il numero celebra la tripletta, appunto) vuole rendere omaggio. E lo fa attraverso volumetrie sinuose e fluide, parafanghi sensuali su cui poggiano gli specchi retrovisori, un parabrezza avvolgente che pare una goccia. Dietro, poi, la parte più originale: l’intero volume sfaccettato, formato da linee orizzontali sovrapposte, come l’originale 250 P5 Berlinetta Speciale, una “concept” del 1968 realizzata dalla Pininfarina, su disegno di Leonardo Fioravanti, che avrebbe dovuto rimpiazzare nelle corse la 330 P4. I cambi di regolamento sportivo lo impedirono, dunque “concept” rimase, peraltro evolutasi in un’Alfa Romeo (33 Prototipo); ma quella è un’altra storia.

Tornando alla Daytona SP3, uno degli aspetti affascinanti è l’aerodinamica. L’obiettivo era quello di realizzare la vettura dalla più elevata efficienza (anche dal punto di vista dello smaltimento termico) senza ricorrere a elementi attivi. Fra le soluzioni più ingegnose c’è senza dubbio quella dei convogliatori d’aria integrati all’interno delle portiere, poiché le masse radianti sono state spostate verso il centro della vettura. Ancora, le piccole alette alle estremità del paraurti anteriore creano un soffiaggio all’interno dei passaruota per ridurre il drag, cui concorrono anche il disegno dei cerchi e il canale che parte dal vano ruota anteriore e arriva a quello posteriore. Dietro, l’intera superficie della carrozzeria è stata sfruttata al massimo in ogni direzione per garantire il più elevato carico verticale. Mentre il fondo prevede delle soluzioni che rimarcano, ancora una volta, quanto la Casa di Maranello sia avanti quando c’è da gestire l’aria: ci sono dei “”camini””, per esempio, dove i flussi scorrono verticalmente e mettono in comunicazione la parte superiore e inferiore del posteriore, la cui funzione è quella di spostare il bilanciamento aerodinamico verso l’anteriore e, al tempo stesso, produrre down-force creando aspirazione nel sottoscocca. Ancora, i terminali di scarico posizionati in alto hanno permesso di sviluppare un diffusore di dimensioni molto importanti che presenta, nella parte centrale, una sorta di doppio estrattore.

Il cuore pulsante della Daytona SP3, sappiatelo, è il più potente mai realizzato finora a Maranello. La base di partenza è il V12 6.5 della 812 Competizione, portato però a 840 cavalli. Qui naturalmente è in posizione centrale-posteriore, ma questo capolavoro chiamato F140HB non sposta di una virgola tutte le sue peculiarità: sound da urlo, 9.500 giri, bielle di titanio, rivestimenti di Dlc (diamond-like-carbon) per spinotti pistoni, dito a strisciamento delle valvole e alberi a camme, aspirazione rivista e ottimizzazione del sistema di iniezione diretta. Il tutto si traduce in oltre 340 km/h di velocità massima, 0-100 km/h in 2,85 secondi e 7,4 per arrivare a 200 all’ora.

Abitacolo in perfetto stile “racing”. La posizione di guida è rasoterra e semi distesa, pare quasi quella di una monoposto. Meravigliosi i sedili, se così possono chiamarsi: il rivestimento, che si rifà ai materassini sellati delle Sport Prototipo, si appoggia in maniera sinuosa sulla scocca di carbonio e abbraccia entrambe le sedute senza interruzioni, quasi non ci fosse separazione fra i due posti; le sedute sono fisse, dunque la posizione di guida si gestisce con la pedaliera che scorre in senso longitudinale e il piantone dello sterzo aggiustabile sui due assi. Anche la plancia ha linee sinuose, pare quasi sospesa, e il suo minimalismo conquista; l’interfaccia ampiamente digitalizzata, ricorda però di essere a bordo di una Ferrari proiettata nel futuro. Ma con grande rispetto del passato.

Motore

  • Tipo: V12 – 65°
  • Cilindrata totale: 6.496 cm3
  • Alesaggio e corsa: 94 x 78 mm
  • Potenza massima: 618 kW (840 CV) a 9.250 giri/min.
  • Coppia massima: 697 Nm a 7.250 giri/min.
  • Regime massimo 9.500 giri/min.
  • Rapporto di compressione: 13,6:1

Dimensione e pesi

  • Lunghezza: 4.686 mm
  • Larghezza: 2.050 mm
  • Altezza: 1.142 mm
  • Passo: 2.651 mm
  • Carreggiata anteriore: 1.692 mm
  • Carreggiata posteriore: 1.631 mm
  • Peso a secco: 1.485 kg
  • Rapporto peso a secco/potenza: 1,77 kg/cv
  • Distribuzione dei pesi: 44% ant. / 56% post.
  • Capacità serbatoio 86 litri

Pneumatici e cerchi

  • Anteriore: 265/30 ZR 20 J9.0
  • Posteriore: 345/30 ZR 21 J12.5

Freni

  • Anteriore: 398 x 223 x 36 mm
  • Posteriore: 380 x 253 x 34 mm

Trasmissione e cambio

  • Cambio: F1 a doppia frizione e 7 rapporti

Controlli elettronici

  • ESC; ABS prestazionale/EBD; F1-Trac; e-Diff 3.0; SCM-Frs; SSC (Side Slip Control) 6.1

Prestazioni

  • Velocità massima_ >340 km/h
  • 0-100 km/h: 2,85 s
  • 0-200 km/h: 7,4 s

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