Porsche 550 Spyder

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30 settembre 1955, la scomparsa di James Dean, la fine di un mito , ma la nascita di un altro la Porsche 550 Spyder.
La Porsche 550 Spyder era una meravigliosa vettura color argento, affusolata, bassa,  senza tettuccio: praticamente un missile, sia per linee che per velocità (220 Km/h con un passaggio da 0 a 100 in 10 secondi. Nel 1955…).
L’“attore maledetto” (James Dean) se ne innamorò, l’acquistò nel ’55, abbandonando la precedente 356 bianca: nemmeno il tempo di staccare l’assegno che l’auto finì da George Barris, famoso per aver progettato e prodotto alcune delle auto cinematografiche più famose di sempre. Barris gliela modificò, la rese ancora più aggressiva, perfetta per quelle gare su strada che la Warner Bros. aveva espressamente vietato a Dean, almeno durante le riprese. Dopo le modifiche, appena ricevuto la vettura, Dean la battezzò con il soprannome di “Little Bastard”, il Barris manifestò immediatamente un cattivo presagio : la “Piccola Bastarda”, l’avrebbe fatto finire male. Il 30 settembre del ’55, la profezia si avverò.
Mentre si trovava in auto, sulla sua “Piccola Bastarda”, in compagnia di un amico, un’auto proveniente dalla direzione opposta non rispettò una precedenza, prendendoli in pieno sulla Statale 46, in direzione Salinas (dove, nonostante i divieti, l’attendeva una gara su strada), James Dean morì.
La Porsche 550 Spyder è una vettura sportiva prodotta dalla casa automobilistica di Stoccarda dal 1953 al 1957. Dopo che alcuni prototipi avevano partecipato ad alcune gare nel corso dell’anno (come la 24 Ore di Le Mans), nell’ottobre del 1953, al Salone dell’automobile di Parigi, viene presentato il prototipo della Porsche 550 Spyder, una vettura pensata per le competizioni su strada che, in quell’epoca, impazzavano sulle reti viarie europee e americane, raccogliendo un enorme consenso di pubblico e rappresentando il principale “veicolo” pubblicitario per le case automobilistiche.
La denominazione “550 Spyder” ha una doppia valenza. Il “550” è dovuto al fatto che quel progetto era il 550esimo eseguito dallo studio di progettazione Porsche, mentre “Spyder“, che richiamava la Cisitalia 202 Spyder Mille Miglia, era un indiretto omaggio a Pietro Dusio, sfortunato amico e benefattore della famiglia Porsche. Il telaio della vettura è “a scala“, fatto di 2 grandi tubi longitudinali uniti da un traliccio di tubi trasversali, sormontato da una carrozzeria particolarmente profilata ed elegante, studiata nella galleria del vento dell’università di Stoccarda.
Il propulsore (Type 547), installato in posizione centrale-posteriore, venne progettato e sviluppato da Ernst Fuhrmann. Si tratta di un 4 cilindri boxer di 1.498 cm³ (85 x 66 mm) raffreddato ad aria con quattro alberi a camme in testa. Aveva un complesso sistema di distribuzione che prevedeva 9 alberi, 14 coppie coniche e 2 cilindriche che permetteva di superare la soglia dei 7000 giri/min. La complessità comportava una lunga messa a punto e ad un lungo processo produttivo di quasi 220 ore di lavoro per un motore completo. L’alimentazione era affidata a 2 carburatori Solex doppio corpo 40PJJ. Il raffreddamento ad aria era affidato ad una ventola a doppia entrata che sormontava il 4 cilindri. Alla prima prova al banco sviluppò una potenza di 112 CV, tuttavia al massimo dello sviluppo arrivò a 180 CV. Nelle versioni stradali più “tranquille” erogava potenza di 70 CV mentre toccò 135 CV nelle vetture ufficiali vincitrici della Targa Florio.
La leggerezza della vettura (590 kg), la penetrazione aerodinamica e la buona distribuzione delle masse, consentivano di raggiungere la velocità di 220 km/h, con capacità di accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi, mantenendo spiccate doti di agilità direzionale e grande tenuta di strada. Le sue doti di estrema agilità nella versione da corsa erano in gran parte dovute alla particolare conformazione del telaio che per risparmiare peso fu alleggerito ai massimi livelli, con la conseguenza che poteva essere soggetto a rotture e quindi a pericolosi inconvenienti. Questo problema fu abilmente risolto pressurizzando l’interno del telaio tubolare e ponendo un manometro tra la strumentazione in modo che il pilota a seconda della perdita di pressione potesse decidere se ritirarsi o continuare.
Alla fine del 1954, subissato dalle richieste dopo la convincente partecipazione alla Carrera Panamericana di quell’anno, Ferry Porsche decise di iniziare anche una produzione di “550 Spyder” per clienti sportivi, generalmente definite “550S” e, successivamente di stradali in piccola serie, generalmente definite “550A“. In totale vennero costruite 90 esemplari, di cui soli 15 in versione corsa “550RS” e “550A RS“.
Per le doti di leggerezza e maneggevolezza venne soprannominata “Giant Killer” dai piloti, che al volante di queste piccole spyder ebbero più volte ragione di vetture ben più potenti e blasonate o di barchette inglesi ed italiane.
Molti piloti anche privati parteciparono con successo a molte competizioni in giro per il mondo. Tra questi anche Hans Herrmann che portò questa vettura in gara alle Mille Miglia del 1953 e 1954; Wolfgang von Trips che la pilotò al Nurburgring e Fritz Huschke von Hanstein che guidò la vettura alla 24 ore di  Le Mans e alla 12 Ore di Sebring. Probabilmente però il più famoso fu James Dean, il giovane attore-pilota statunitense che proprio a bordo di una di queste vetture morì nel 1955. Egli aveva battezzato la sua vettura col numero 130 e il nome “Little Bastard“.
Su una di queste vetture per la prima volta venne montato un alettone. In occasione della 1000 Km del Nurburgring del 1956 una Porsche 550 privata in prova segnò un tempo di 20 secondi circa inferiore a quello delle 550A ufficiali. Questo perché venne dotata di un grande alettone arancione con effetto deportante al di sopra l’abitacolo dal pilota-ingegnere svizzero Michael May. Non poté partecipare alla gara a causa dell’opposizione di Huschke von Hanstein, responsabile del reparto corse Porsche ma dimostrò la validità della sua idea, che venne trasferita sulle auto da corsa da quel momento in poi.
Scheda tecnica
Carrozzeria : spider 2 posti in alluminio
Posizione motore : posteriore centrale
Trazione : posteriore
Passo : 2100 mm
Carreggiate : anteriore 1290 – posteriore 1250 mm
Posti totali : 2
Masse a vuoto : 550 kg
Distribuzione : bialbero in testa con alberi di rinvio, 2 valvole per cilindro
Alimentazione : 2 carburatori doppio corpo Solex 40PJJ
Potenza : 110CV a 6200 giri/min.
Accensione : 2 candele per cilindro, 2 bobine, 2 spinterogeni
Frizione : monodisco a secco
Cambio : a sbalzo in blocco con il differenziale, 4 marce e retromarcia
Corpo vettura : tubolare a scala in acciaio
Sterzo : a vite e dito
Sospensioni anteriori : a ruote indipendenti, barre di torsione, doppi bracci oscillanti, ammortizzatori idraulici, barra antirollio
Sospensioni posteriori : a ruote indipendenti, barre di torsione, doppi bracci oscillanti, ammortizzatori idraulici
Freni anteriori e posteriori : a tamburo, comando idraulico
Pneumatici : 5,00-16 anteriori – 5,25-16 posteriori
Velocità: 220 km/h
Accelerazione: 0 – 100 Kmh in meno di 10 secondi

 

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