Salve oggi 10 gennaio , ricorre purtroppo l’anniversario della morte di una grande promessa dell’automobilismo italiano , Ignazio Giunti.
Ho deciso di scrivere questo post in quanto nella mia memoria trattasi del primo tragico incidente che ricordo , all’epoca avevo solo sette anni e mezzo , ma ricordo ancora le immagini in bianco e nero diffuse dai telegiornali di allora. Era il 10 gennaio 1971 , si correva sul tracciato argentino la 1000 chilometri di Buenos Aires , gara di apertura del mondiale sport-prototipi, la tragedia si compì al 38° giro della gara, Jean Pierre Beltoise, su Matra-Simca MS660 , rimase senza benzina in prossimità della curva a rampina che precedeva il rettilineo del traguardo ; scese dalla propria vettura e cominciò a spingerla verso i box: una manovra vietata, ma all’epoca tollerata, in quanto i piloti venivano spinti dalle stesse scuderie a riportare a tutti i costi l’auto ai box. Il direttore di corsa, Manuel Fangio, non intervenne; i commissari lasciarono fare e, quando sopraggiunsero le auto di Mike Parkes (su Ferrari 512M) in procinto di essere doppiato e Ignazio Giunti (su Ferrari 312PB) al comando accadde l’irreparabile. Ignazio in scia e quindi coperto dalla Ferrari di Parkes che la scartò d’un soffio la vettura di Beltoise, non vide in tempo la Matra-Simca del francese praticamente ferma (il pilota transalpino si era spostato lateralmente alla destra della propria vettura per girare il volante) e la investì in pieno. La Ferrari numero 24 di Giunti prese fuoco e il pilota, intrappolato all’interno, non ebbe scampo. Sul posto accorse, con i primi soccorritori, il compagno di squadra Arturo Merzario , Giunti venne estratto ancora vivo dall’abitacolo, spirò due ore dopo in ospedale.
Ignazio Giunti nasceva a Roma il 30 agosto 1941. Figlio di una nobile famiglia, proprietaria tra l’altro di un albergo a Sangineto (CS), incominciò la sua carriera agonistica a vent’anni di nascosto dalla famiglia (contraria a questa sua passione) prendendo parte ad alcune cronoscalate con una Alfa Romeo Giulietta TI presa a noleggio, per poi passare l’anno successivo su vetture più potenti e debuttare nelle competizioni in circuito all’autodromo di casa a Vallelunga. Nel 1964 giunse secondo nel Campionato Italiano Turismo alle spalle di Enrico Pinto e disputò diverse gare in Europa con una Fiat-Abarth e si fece notare per essere imbattibile sul circuito romano di casa. L’anno successivo, con una Alfa Romeo Giulia GTA preparata dal romano Franco Angelini, accrebbe la sua fama di imbattibilità a Vallelunga scontrandosi con piloti del calibro di Spartaco Dini, Nanni Galli, Carlo Benelli , Andrea De Adamich, Luigi Rinaldi, Teodoro Zeccoli, Roberto Bussinello, Enrico Pinto, tutti alla guida della competitiva vettura della Casa di Arese , mettendoli tutti in riga e ottenendo dalla stampa il titolo di “Reuccio di Vallelunga”.
Per la stagione 1966, Giunti passò al campionato italiano di Formula 3 e l’anno successivo entrò a far parte dello squadrone Autodelta che gestiva le Alfa Romeo Giulia GTA ufficiali, grandi mattatrici negli anni 60 sia nel campionato Euroturismo , che nelle gare in salita. Giunti in particolare nel 1967 vinse con la GTA la categoria turismo del Campionato Europeo della montagna mettendosi definitivamente in luce e approdando nel 1968 nella categoria sport prototipi, sempre con l’Alfa Romeo e la sua nuova arma: la Tipo 33 spinta da un motore V8 da due litri. Quell’anno vincerà il Campionato italiano per vetture sport, finirà secondo alla Targa Florio e quarto assoluto alla 24 ore di Le Mans, vincitore di classe 2000. Nel 1969 guidò regolarmente in team con Nanni Galli la nuova versione della Tipo 33 dotata di motore con cilindrata aumentata a 3 litri e giunse secondo nella sua “divisione” del Campionato Europeo Turismo alle spalle del compagno di squadra Spartaco Dini, i risultati raggiunti lo portarono all’attenzione della Ferrari, aprendogli le porte della Scuderia per le gare di durata.
Nel 1970 firmò la vittoria della 512S alla 12 ore di Sebring, il secondo posto alla 1000 km di Monza, i terzi posti alla Targa Florio e alla 6 Ore di Watkins Glen. Tali lusinghieri risultati gli garantirono l’accesso alla massima serie automobilistica al volante della 312 B di F1.
Il debutto in F1 avvenne sul difficile circuito di Spa-Francorchamps dove Giunti, con una Ferrari 312B finì con un invidiabile quarto posto, primo piazzamento a punti per la vettura dotata del nuovo motore V12 “piatto” (denominato in seguito boxer).
Quello stesso anno corse altre 3 gare alternandosi allo svizzero Clay Regazzoni e guadagnandosi la riconferma per l’anno successivo nella squadra del “Mondiale Marche“, che con la nuova Ferrari 312 PB con motore da F1 che si sarebbe scontrata con le potenti Porsche 917 da 5 litri nel Campionato Mondiale Sport Prototipi.
Purtroppo la dea bendata lo attendeva alla pima gara di campionato all’ingresso del rettifilo principale del tracciato di Buenos Aires. Era il 10 gennaio 1971.
Allego filmato dell’epoca relativo a quella tragica 1000 chilometri e foto di archivio.