1978 la scuderia inglese di F1 Lotus John Player Special si presenta in pista con una vettura che di colpo fa invecchiare tutta la concorrenza, la Lotus 79 un autentica opera d’arte.
L’ ingegnere britannico Anthony Colin Bruce Chapman (Richmond, 19 maggio 1928 – Norwich, 16 dicembre) dopo anni bui, nel 1976 con la Lotus 77 intuisce in vantaggi dell’effetto suolo tentando sigillare la vettura con il suolo con delle spazzole a pettine che sfiorano l’asfalto , l’anno successivo insieme alla propria equipe tecnica composta da Tony Rudd, Peter Wright, Ralph Bellamy , Martin Ogilvie e Charles Prior, fa scendere in pista la Lotus 78 , con lunghe fiancate sigillate con il terreno con delle bandelle longitudinali in materiale plastico flessibile che strisciano sulla asfalto, è l’inizio dell’effetto suolo. Ma è l’anno successivo il 1978, che l’equipe di Chapman estremizza il concetto di effetto suolo, si presenta in pista con un autentico capolavoro la Lotus 79 , la concorrenza di colpo si ritrova con vetture obsolete .
La monoposto presentava una linea bassa e filante ed era dipinta del classico nero con filetti dorati in omaggio allo sponsor tabaccaio John Player Special rendevano tale vettura anche la più bella ed elegante del lotto. Per migliorare l’ aerodinamica rispetto al modello precedente, gli ingegneri si concentrarono molto sulla parte posteriore dell’auto, allungando i condotti delle fiancate fino in prossimità delle ruote posteriori. Il cofano copriva completamente tutta la meccanica posteriore, lasciando intravedere solo il codone della trasmissione. Gli scarichi erano posizionati centralmente sopra alla piatta sezione terminale, subito dopo la sagomatura del cassoncino d’aspirazione del V8 Ford Cosworth. I terminali così orientati andavano a soffiare sotto al profilo dell’ala posteriore. La scocca costruita in Honeycomb con la moderna tecnica dei pannelli d’alluminio a nido d’ape che rivestivano l’intera struttura, era decisamente più rigida rispetto alle altre monoposto dell’epoca e garantiva una migliore efficienza visti i carichi ai quali l’intero corpo vettura era sottoposto con l’utilizzo dell’effetto suolo. Si dice che la “79” venne segretamente provata da Ronnie Peterson , già durante l’inverno del 1977 e si dimostrò fin da subito molto veloce. Il pilota però lamentava un’eccessiva stanchezza dopo pochi giri di pista, per via dell’enorme forza espressa in G laterali che andava a premere sul collo quando si affrontavano le curve a velocità più elevate rispetto al passato . I valori raccolti sul campo dai tecnici erano chiari ed evidenziavano un incremento di circa il 30% del carico aerodinamico rispetto alla Lotus 78. Un dato impressionante, se si pensa alle tecniche ed agli strumenti disponibili all’epoca. Per ovviare ai problemi di rigidità torsionale, i tecnici Ogilvie e Rudd, tornarono al tavolo da disegno ed attuarono degli interventi mirati per rinforzare la scocca della monoposto. Risultato una volta rimessa in pista, la macchina era ancora più veloce di prima. Un autentico missile.
L’intuizione dell’equipe Lotus fu quella di capire che sigillando le fiancate al suolo e variando la sezione di tali fiancate si creava una depressione sotto la vettura tale da tenerla incollata all’asfalto.
In particolare la sezione di tali fiancate variava diventando verso il retrotreno molto più ampia , in questo modo l’aria che scorreva sotto le fiancate (sigillate al suolo) correndo verso l’aumento di sezione subiva un’accelerazione e creava una depressione sotto il corpo vettura , dovuta al celebre “effetto Venturi”, tale da generare una forza verso il suolo che rendeva le “79” praticamente imbattibili in percorrenza di curva. Il sigillo con il suolo avveniva per mezzo di bandelle che scorrevano su e giù lungo tutta la lunghezza delle fiancate all’interno di guide, le cosiddette “minigonne”.
Da notare che tale effetto suolo era sfruttabile sulle vetture inglesi in quanto dotate del classico motore V8 Ford Cosworth , in quanto avendo un’architettura a V di 90° lasciava ampi spazi nella parte bassa del retrotreno della macchina consentiva di sfruttare tale innovazione . Aggiungo che sfruttare al massimo l’effetto suolo sia sospensioni anteriori che posteriori erano progettate per consentire un miglior passaggio dell’aria all’interno delle fiancate.
Scheda tecnica
Meccanica
Telaio Monoscocca in alluminio con pannelli di Honeycomb
Motore Ford Cosworth DFV 2997 cc V8 480 cv
Trasmissione Hewland FG400 a 5 rapporti, manuale
Dimensioni e pesi
Lunghezza 4420 mm
Larghezza 2146 mm
Carreggiata anteriore : 1730 mm
Carreggiata posteriore : 1630 mm
Altezza 950 mm
Passo 2718 mm
Peso 575 kg
Palmares 1978
6 vittorie
10 pole position
5 giri più veloci
Campione del modo costruttori
Campione del mondo piloti